Le obbligazioni sono titoli di credito emessi da società private o enti pubblici che assegnano al possessore il diritto a riscuotere periodicamente le cedole e il valore nominale indicato su di essi alla data fissata per il rimborso.
In sostanza, un soggetto, sia esso un’impresa privata o uno stato o altro ente pubblico, si rivolge al mercato per finanziarsi offrendo in cambio un dato interesse, che si somma all’eventuale differenza tra il prezzo di rimborso e quello di emissione del titolo, dando come risultato il rendimento complessivo.
Indice
Come Comprare le Obbligazioni
Investire in obbligazioni è un’operazione semplice. Il risparmiatore dovrà, come prima cosa, aprire un conto titoli, qualora non ne possegga già uno, presso un istituto di credito. Questo sarà soggetto al pagamento dell’imposta di bollo.
Successivamente, si dovrà impartire l’ordine alla banca o a un altro intermediario di acquistare le obbligazioni desiderate. Questo può avvenire sia all’atto della loro emissione che sul mercato secondario. Infatti, una volta emesse, le obbligazioni possono essere rivendute da chi le ha acquistate. In Italia, la loro negoziazione sul mercato grigio si ha sul MOT, Mercato Obbligazionario Telematico.
Tipo di Rendimento delle Obbligazioni
A questo punto cerchiamo di capire quali siano le varie forme di investimento obbligazionario. Il tipo più semplice e intuitivo di bond è quello con cedola fissa, cioè l’investitore avrà diritto a scadenze prefissate a un dato interesse, in attesa di vedersi rimborsato il 100% del capitale investito. I titoli a breve termine, ovvero con scadenza generalmente entro i 12 mesi, non staccano di solito cedole, dato che il rimborso avverrà in un lasso di tempo vicino. Si pensi a tale proposito ai BoT.
Più complesse, ma fino a un certo punto, sono le obbligazioni a cedola variabile. Qui, l’interesse offerto al risparmiatore non è fisso, ma o è legato a un determinato parametro prestabilito, per esempio all’inflazione del periodo, o è predeterminato, sono i casi delle obbligazioni con cedola step up o step down, ovvero con interesse lordo crescente o decrescente negli anni, ma dal livello noto già all’atto dell’emissione del titolo.
Le obbligazioni strutturate assegnano, invece, al risparmiatore una cedola variabile, incorporando un contratto derivato.
Le obbligazioni zero coupon sono invece delle obbligazioni che non rilasciano cedole periodiche. In questo caso si stabilisce nel titolo la somma che sarà restituita e poi il titolo viene messo all’asta, un asta al rialzo da parte dei collocatori, che sono tipicamente le banche, che dovranno poi rivenderli ai propri clienti.
Tipologie Obbligazioni
Passiamo adesso a analizzare brevemente i tipi di obbligazioni esistenti sul mercato. Le più note sono forse quelle convertibili. Esse assegnano al titolare il diritto di convertire a un tasso prefissato i titoli in azioni della società emittente. In sostanza, l’obbligazionista, se lo vorrà, trasformerà il suo credito in capitale di rischio, divenendo azionista della società e mutando la natura del suo rapporto con essa.
Le obbligazioni callable, a tasso fisso, assegnano al possessore il diritto di chiedere il rimborso prima della scadenza. Quelle subordinate, invece, prevedono che al titolare siano rimborsate successivamente ai creditori ordinari e agli obbligazionisti senior nel caso di fallimento o liquidazione della società. In pratica, esse presentano il rischio di vedersi rimborsati solo dopo che si saranno soddisfatti gli altri creditori, nel caso la società fallisse o fosse liquidata. Tale maggiore rischio, però, sarebbe prezzato da una cedola o da un rendimento complessivo superiore a quello di un’obbligazione senior o ordinaria.
Come Scegliere le Obbligazioni su cui Investire
Obbligazioni con rendimenti elevati sono evidentemente la spia di una società emittente dal rischio default maggiore. Questo è analizzato e valutato dalle agenzie internazionali di rating, oltre che dalle banche d’affari, che aiutano così il mercato a comprendere quali bond rispecchino debiti più o meno sostenibili.
I rating variano leggermente tra le varie agenzie. In linea generica, possiamo dire che partono dalla tripla A, AAA, che indica il massimo dell’affidabilità, e arrivano fino alla D indica default.
In questo caso si parla di rischio di credito, un rischio legato alla possibilità che il capitale non venga restituito, ovvero che l’emittente del bond non rispetti il patto al momento del realizzo.
L’investimento in obbligazioni i cui emittenti sono valutati al di sotto della tripla B è da considerarsi speculativo, quindi molto rischioso.
Il consiglio è di non lasciarsi allettare eccessivamente da obbligazioni dai rendimenti molto più elevati rispetto alla media del mercato e di differenziare le scadenze dei titoli in portafoglio, in modo da avere una liquidità quanto meglio ripartita nel tempo. Pertanto, non si dovrebbero acquistare a prezzi relativamente molto alti titoli con scadenze medio lunghe, le quali si rischia di doverli rivendere in perdita, se non si potrà attendere la data del rimborso.
Tendenzialmente, infatti, più l’obbligazione è di lunga durata, maggiore è la resta del titolo, visto che più è lontano il momento della restituzione, più ci sono rischi che il prestatore non sia in grado di onorare i propri debiti.
Bisognerebbe diversificare l’investimento anche da un punto di vista geografico e settoriale, le obbligazioni andrebbero acquistate da società emittenti con sede e operatività in diversi contesti geografici e appartenenti a settori produttivi diversi, in modo da minimizzare il rischio. Sarà, infatti, meno probabile che falliscano o abbiano difficoltà finanziarie contemporaneamente imprese o enti di stati o continenti diversi e attivi in settori differenti.
Un altro rischio di investire bond è quello legato al movimento dei tassi. I tassi non rimangono fissi nel tempo, possono infatti muoversi a seguito di un cambio nella percezione dell’affidabilità del creditore o per cambi nel contesto economico generale. Una modifica del livello generale dei tassi ha una diretta conseguenza sul valore dell’obbligazione. Se i tassi aumentano, significa che sarà possibile reperire sul mercato obbligazioni più vantaggiose e di conseguenza per vendere quella che si possiede sarà necessario accettare un prezzo minore.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la valuta nella quale l’obbligazione acquistata è denominata. Se essa è diversa dalla nostra allora il ragionamento si complica, perché la convenienza dell’investimento dipenderà non solo dal rendimento in sé offerto dal titolo, ma anche dalle variazioni avvenute per il cambio tra la nostra moneta e la valuta dell’obbligazione tra la data di acquisto del titolo e quella di rivendita o di rimborso. In sostanza, dovremmo acquistare solo obbligazioni denominate in valute prevedibilmente stabili o destinate a apprezzarsi contro l’euro entro l’arco temporale che ci riguarda, anche se tali previsioni non sono facili da farsi nemmeno per gli esperti di forex. Da qui, il consiglio di affidarsi a un professionista per investire.